Siamo giunti alla 5a edizione della rassegna “Arte in Arti e Mestieri” organizzata dalla Scuola di Formazione Professionale di Suzzara, concorso che ormai ha la fama di essere un trampolino di lancio per i giovani artisti; questo, in ogni caso, era lo scopo che già l’anno scorso il presidente ing. Carlo Bondioli mise al primo posto quando ci accordammo per la mia conduzione della mostra.
Quest’anno ho avuto l’onore di potermi avvalere della collaborazione del noto critico dott. Marzio Dall’Acqua, presidente dell’Accademia e direttore dell’Archivio di Stato di Parma. La nostra sinergia ha giocato a vantaggio della qualità degli artisti invitati al premio e dello spessore delle opere. I pittori e gli scultori provengono da varie regioni, inseriti in ambienti culturali e con formazioni artistiche peculiari, che spesso rispecchiano la propria territorialità. Questi lavoratori dell’arte, sono stati invitati espressamente dal sottoscritto dopo aver visitato varie mostre in cui erano esposte le loro opere, visto la loro produzione e apprezzato l’alta qualità dei lavori. La giuria si è riunita nel pomeriggio del giorno 19 Luglio per vagliare le opere presentate, i loro contenuti e la scelta dei due artisti premiati.
Inevitabile una lista di artisti segnalati, che, pur non avendo ottenuto il premio, hanno positivamente colpito i giurati. La dialettica è stata moderata e si è tenuto conto di tutte le impressioni che ciascun giurato riteneva opportuno esprimere man mano che la segretaria Dottoressa Cristina Manara procedeva, leggendo per ciascun candidato il curriculum e il titolo dell’opera.
La predominante della mostra è la centralità dell’uomo con il suo pensiero e le influenze che egli riceve, supportati da una buona qualità tecnica e conoscenza dei materiali usati. Il pittore o lo scultore non sono solo artigiani che trasformano il proprio lavoro sublimandolo attraverso il pensiero, fermando le emozioni con la poeticità del proprio animo; e l’opera d’arte non è solo unione di forme e colori, ma energie vibranti che pongono interrogativi sempre nuovi. Oggi l’artista non mette in evidenza solo l’abilità tecnica, ma la rappresentazione mentale che egli si costruisce attraverso le esperienze della vita: procedendo per cicli che si sviluppano con il trascorrere del tempo, segnando le tappe che ognuno si pregge.
All’unanimità la giuria ha deciso di premiare lo scultore Martin Kollemann con l’opera “Uomo caduto”. Le qualità plastiche evidenziano la conoscenza del mestiere e mettono in risalto il pensiero dell’artista nei confronti dell’uomo moderno: più che mai l’uomo è tormentato e sovraccaricato, gravato dalle problematiche che lo inducono a raccogliere le forze per reagire alle avversità che i momenti storici attuali gli impongono.
Interessante anche il materiale usato (gesso francese) usato dagli antichi stuccatori dell’800.
In pittura è stato premiato Massimo Preti con l’opera “Kartinoki Tracce 5”.
Mentre lo scultore Köllemann si è espresso con forme prettamente tradizionali, Preti si cimenta nella realizzazione di rappresentazioni che vanno al di là del reale, che lasciano spazio all’immaginazione e all’interpretazione.
Nel suo universo la forma umana è pressoché inesistente, mentre il pensiero si collega con forme irreali, o voci, o presenze parallele che suggeriscono all’uomo una vita fuori dalla terra.
Il simbolo che viene rappresentato consiste in un oggetto che riproduce una sorta di microfono dal quale scaturiscono l’essenza e il pathos dell’uomo stesso, il pensiero e la parola.
Il pittore mitiga però queste forme che possono essere percepite come inquietanti, che sono al di fuori dell’essenza umana, attraverso l’uso di tinte che invece ricordano i colori della terra, colori miti, amichevoli, che ci tranquillizzano. Nonostante il numero di scultori partecipanti al concorso fosse limitato, la decisione sul premio da assegnare e sulle opere da segnalare è stata dura in quanto le sculture sono state tutte molto ammirate.
Segnalata la scultrice Carlotta Balestrieri con un busto di giovane ballerina, di cui sono state particolarmente apprezzate le qualità plastiche e la poeticità del soggetto da cui traspare sensibilità.
Segnalati inoltre i pittori Nicla Ferrari, che attraverso la rappresentazione delle mani ha evidenziato la sensualità del corpo femminile aiutata dai contrasti di forte luce e calde ombre; e il pittore e illustratore Massimo Canuti con “Alice nel paese delle meraviglie”, in cui ha rivolto il suo pensiero a un mondo apparentemente incontaminato quale quello dell’infanzia e dal quale l’uomo non si può dissociare, rappresentando con una nota d’incanto immagini di questa fragile infantilità.
Una particolare segnalazione per Silvana Randazzo, che con la sua opera “Zavattini” ha messo in evidenza attraverso pochi elementi a lei congeniali per l’esperienza raggiunta, il pensiero dello scrittore e regista Cesare Zavattini.
Il mio ringraziamento va indistintamente a tutti i miei collaboratori per la buona riuscita di questa edizione.
Scultore
AZEGLIO BERTONI